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per l’equitazione di campagna 61


Io chiamo cavallo di campagna quello che è di buona indole, tranquillo e fidente nel cavaliere, veloce e resistente, abituato a galoppare a lungo in qualunque terreno, calmo ed attento nelle difficoltà, prontamente arrendevole alla volontà del cavaliere. Questo è il cavallo di campagna, e questo è il cavallo militare.

Lunghi anni di pratica e di continua osservazione mi hanno convinto che il cavallo acquista in generale senza sforzi le qualità che ho poc’anzi enumerate, qualora il cavaliere lo sottoponga ad un esercizio razionale e continuo, durante il quale egli si studi di rendere al cavallo meno disgustose che può le proprie azioni, e di non contrariarlo nello sviluppo naturale delle sue attitudini ed energie. Con ciò non intendo dire che si debba lasciar fare al cavallo ciò che vuole; lo si deve invece persuadere con fermezza ed energia, se occorre, a far ciò che vuole il cavaliere, lasciandogli però piena libertà di servirsi e di disporre come meglio gli conviene dei suoi equilibrii e delle sue forze. A questo principio fondamentale e costante si informano tutte le regole pratiche di equitazione ch’io esporrò in seguito.

Libero così da ogni altra preoccupazione, il cavallo presta tutta la sua attenzione a ciò che deve fare, e gradatamente apprende a meglio impiegare le proprie forze e a perfezionarsi. Invece, quando il cavallo è tenuto in soggezione dal cavaliere e ne soffre l’azione, spia incessantemente il pretesto e l’occasione per sottrarvisi, ed a ciò rivolge ogni suo studio, distraendosi, e distogliendosi dal lavoro che deve compiere. Ricordiamo che il cavallo si sottomette da sè naturalmente, senza che il cavaliere cerchi di limitargli l’impiego delle forze e di tenerlo in determinate posizioni ed equilibri! E mettiamoci in mente che quando un cavallo oppone difficoltà, è irrequieto, scappa, si pianta, o si difende, ciò fa quasi sempre per sottrarsi ad un dolore che gli procura l’azione del cavaliere o per la tema di esso. Questo dolore reale o questa paura di dolore, altra volta sentito, assai spesso fa sì che il cavallo reagisca, oppure che,