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64 rivista di cavalleria

st’ultima come un corollario necessario sì, ma sempre come un corollario dell’equitazione di maneggio.

Se voi ammettete la necessità per la cavalleria di essere istruita per andare in campagna, bisogna bandire molti dei metodi e dei principii attuali: con essi, applicati dai soldati, se non viziate il cavallo (caso generale) gli date un equilibrio ed una posizione che non son quelli che gli servono per lavorare all’aperto: oltre a ciò date al cavaliere un assetto che non è quello richiesto per cavalcare in campagna formando a questi un falso criterio del lavoro che in cavalleria deve compiere il cavallo.

Mi si permetta ora che dopo aver parlato in astratto di principii e di metodi, per essere più chiaro, lo venga al caso concreto, e che, lasciando stare il cavaliere su cui anche avrei molto da dire pigli ad esaminare un cavallo istruito secondo le norme del regolamento. Questo cavallo o tosto o tardi dovrà andare in maneggio a modificare il suo equilibrio e a snodare la attaccatura della testa al collo, ad impararvi la riunione, le andature laterali, le volte ecc., e n’uscirà bene o male istruito. Se è bene istruito esso avrà andature rilevate, sarà facile a riunirsi, si appoggerà mal volentieri alla mano, e tutto ciò che è già difetto di per sè per un cavallo da campagna, lo sarà tanto di più se si consideri che dell’energia che consuma il cavallo per percorrere un dato tratto di strada, gran parte è assorbita dallo sforzo che fa nel rilevarsi e nel modificare il suo appiombo naturale.

Ma dopo converrà pure impartire a questo cavallo anche l’istruzione di campagna la quale, se bene ultimata, gli avrà fatto dimenticare, disavvezzandolo, quello che con tanto spreco di fatiche gli si è insegnato in maneggio.

Dunque nella migliore delle ipotesi si è fatto un lavoro per poi disfarlo. Che se il cavallo, come è possibile, uscirà dal maneggio viziato, allora sarà difficilissimo farlo diventare un buon cavallo di campagna perchè gli manca il requisito primo ed essenziale che è il buon carattere, la fiducia e la sottomissione al cavaliere. È doloroso davvero pensare al numero di