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i medaglisti del rinascimento alla corte di mantova 193

quale ancora lui è vero et fidele servitore, di V. S. et V. S. se ne po’ prevalere di lui in molte cose et maxime in questi lavoreri de ogni sorte, V. S. potrà fare di lui quello li parerà perchè suficientissimo et bene se intende et ha bon disegno, si che prego V. S. a non il voler abandonare per amore di quello poverino di suo padre et di lui et fare ohe li resta quel poco officio che soleva bavere suo patre sotto al ponte di Molini, quale dava 60 ducati, ma V. S. se ne valerà di più di 400 in farlo lavorare, perchè non è mai per mancare di servitù con V, S. siche commetterà V. S. che dito loco sia di esso Federico et tanto più che lui il sa fare et lo faciva la magior parte, et mi ha pregato il voglia racomandare a V. S. si che il facio, per amor mio V. S. velia fare che habia ditto officio et non lassar partire questo giovane, perchè se bavera questo loco mai si partirà da V. S... — Mantue, xviiij Iulii 1528.

D. V. Ill. S.

fid. serv. Hipp.to Calandra“ 1.


All’elogio che faceva dell’Antico il segretario mantovano, si può aggiungere che egli fu amantissimo della sua famiglia: per la moglie nutriva un affetto sviscerato, e, cosa singolare fra gli artisti di quell’epoca, non si vergognava di confessarlo; e pei figli fu padre amoroso e pieno di core2.

Come appare dalla lettera più sopra riportata Pier Iacopo lasciò due figliuoli maschi, Federico e un altro di cui non ho trovato il nome, e una femmina,

  1. Arch. sudd. Carteggio interno.
  2. La moglie dell’Antico serviva la marchesa Isabella di saponi profumati, che fabbricava essa stessa a Gazzuolo. — (Arch. sudd. Carteggio di Bozzolo. Lettera dell’Antico ad Isabella d’Este, da Gazzuolo, 15 luglio 1606. — Copialettere della marchesa. Lettera all’Antico, da Mantova, 12 aprile 1610).