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344 | umberto rossi |
“La Regina d’Inghilterra arma per sicurezza del suo regno e Dio voglia che non sia per dar soccorso alli eretici di Franza li quali si fortificano appresso Parigi: per mare e per terra sono sarati li passi per passare in Spagna, di modo che il sig.re Tomaso Machiavelli sarà tardato a tornare di là con la licenza di S. Alt. di poter tornare in Italia, io non la credo a dir l’opinione mia, perchè potrebbe essere che se ne pentisse, se le cose di Franza andasseno un poco peggio per il re, e se vederà levare qui un gran remore e se farla da dovere.”
“Il figliolo del sig.re Bartolameo del Monte e il capitan Virgilio da Bologna e il figliolo del marchese del Monte e tre altri son passati in Franza, cioè passarano con il soccorso di questi paesi. Il S.re Chiappino Vitelli gli ha donato cavalli, danari e licenza che vadino a servire il re di Francia centra li heretici. Il detto S.re Chiappino si fa valere et è tenuto la meglio testa de guerra, che habbia il Duca d’Alva appresso di lui, et ogn’uno stima più il predetto S.re Chiappino che non fanno il Priore suo figlio.”
“Dui giorni sono che il conte d’Agamonte giocava con il Mastro di Campo del Terzo di Napoli, et vene il Capitano Salina che ha carico del conte d’Agamonte, e gitò via le carte e disse che non voleva che si giocasse, dove il Mastro di Campo messe mano alla spada e volse dare al castellano, cioè Salina, con ingiuriarlo: molti dicono che non avea cosa alcuna centra al detto conte per la quale potesseno attaccarsi centra d’esso conte, e si pensa che saria stato meglio che non fosse stato fatto prigione.”
per l’infelice gentiluomo e quando Egmont ed Horn furono decapitati egli scriveva:
“Il traditore del Duca ha tagliato quella testa tanto onorata di monsignor di Agamonte, il quale ha combattuto per l’imperatore e per il re così onoratamente e vinte più battaglie e scaramuccie che non ha fatto lo invidioso, pieno di furore e di invidia e di malignità.... Spero in Dio vederne vendetta e grande e presto. È stato tradito uno grande uomo e amico nostro.” (Cento lettere cit, pag. 160).