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bibliografia 379

Annuaire de la Société Française de Numismatique et d Archéologie.

Mai-Juin 1888.


Puschi (A.) L’atelier monétaire des patriarches d’Aquilée. — E l’ultima parte della seconda edizione, arricchita come abbiamo già detto, della monografia: La zecca de’ patriarchi d’Aquileja che il sig. Paschi diede alle stampe in Trieste alcuni anni or sono.

Alla fine del suo studio, l’autore, basandosi sui documenti, determina il valore intrinseco dei denari patriarcali d’Aquileja.

Laugier. — Un florin inédit de Raymond IV, prince d’Orange. — Moneta unica nella serie monetaria ricchissima di questo principe, ove se ne eccettui un fiorino assai somigliante che già apparteneva alla raccolta Gariel ed ora si conserva nel Gabinetto di Marsiglia.

Il tipo del rovescio è il tipo comune col S. Giovanni; il diritto ha una cornetta esatro fregio lobato. L’esemplare di Marsiglia ha la stessa cornetta, ma entro uno scudo.

Blancard (L.) — L’origine du marc. — Il poeta sassone del IX secolo al quale si devono gli annali delle gesta di Carlomagno, De gestis Caroli Magni divide i Sassoni in tre popoli distinti: i Westfali ad occidente, gli Angarii nel centro, e gli Osterlingi ad oriente. Questi ultimi occupavano la regione in cui fiorirono Brema ed Amburgo, e più tardi Lubecca.

Il sig. Blancard, in questo suo articolo, dimostra che il marco sterlino, il primo e più famoso fra i marchi monetarii del Medio Evo, si deve appunto agli Osterlingi, (fu chiamato in Inghilterra “sterling” per “osterling”).

Serrure (T.) — Monnaies de Berthold, évêque de Toul. — Il sig. Serrure prende le mosse da un ripostiglio scoperto a Thionville in Lorena, per illustrare alcune monete trovate quivi o già pubblicate ma con attribuzione in parte