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440 | umberto rossi |
vediamo lavorare per il marchese di Mantova, Federico Gonzaga, il quale gli indirizzava questa lettera:
“Iohanni Marco de Caballis, aurifici.
Dilecte noster. — Vogliamo che havendo tu fornito a quelli nostri vasetti subito ce li porti a Mantua. — Mantue, a 6 iunij 14811.”
L’artista rispose in giornata al marchese scusandosi per l’indugio a compiere il lavoro affidatogli e domandando una settimana di tempo:
“Ill.mo Princeps et Ex.mo D. D. mi sing.mo — Rispondendo ad una hozi recevuta, mi excuso de non havere possuto finire quelli vasetti per le molte et longe inundatione del Po, quale me bano constretto stare in villa per farme reparare da le aque, ma indubitanter serano finiti per tuta la septimana proxima che viene, et fati subito li portarò ala prefata V. Ex. alla quale come fidelissìmo servitore di continuo me ricomando. — Vitaliane, vi Iunij 1481.”
- “Iohannes Marchus de Cavallis ser.or”2.
Dal modo con cui le due lettere sopra riportate sono redatte, parrebbe che questa non fosse la prima commissione che Gian Marco aveva dal marchese Federico; disgraziatamente l’archivio mantovano, un po’ deficiente a quest’epoca, non offre prove in suffragio di tale opinione e bisogna quindi passare oltre.
- ↑ Arch. Gonz. di Mantova. Copialettere marchionali. — Questa lettera, insieme ad alcune altre, fa già pubblicata dal sig. A. Bertolotti, nelle sue Arti minori alla Corte dei Gonzaga inserite nell’Archivio storico lombardo, serie II, fasc. XVIII: credo però utilissimo il riprodurle perchè il sig. Bertolotti non ha messo nel suo lavoro tutta quell’esattezza che gli studiosi sarebbero in diritto di esigere.
- ↑ Arch. sudd. Carteggio interno.