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i medaglisti del rinascimento alla corte di mantova 449

nome gli significarà ciò che volemo da lui. — Mantue, p. Maij MDI” 1).

Non so se il Cavalli obbedisse all’ordine del marchese e se si mettesse subito a lavorare di conii, certo è che tra lui e i maestri di zecca insorsero alcune quistioni, tantoché l’artista, incolpato di negligenza, credette opportuno scusarsi col marchese e gli indirizzò questa lettera:

“Ill. S. mio dig.mo etc. — Cavalino da Viadana factore de V. S. me ha facto intendere quella essere turbata contra di me, la causa si è per non havere facto una stampa da dinari da stampire sesini, per il che facio a sapere et intendere V. S. come sino a quest’hora et usque al principio che io comenzai a servire quella a questo exercicio di le stampe, sempre ho facto tanto quanto dali Maestri de la cecha m’è sta comeso etiam non più ultra, sichè sei me fusse sta ordinato questa de che intaglio né che stampa dovesse fare, l’haveria facta voluntera, ma mai non ho potuto intendere da loro che stampa vogliano et io timido et ignorante del volere dela prefata V. S. me ne son passato. Per il che, se quella me farà intendere la volontà sua, epsa subito sera servita, come è stata per il passato, che veramente, Ill. S. mio, già son da circha mexi octo che io non facio altro exercicio si non fare ferri da cecha per la S. V. per modo che io sono stracho de la persona et frusto de la roba per havere guadagnato poco e speso assai, e questo procede per la ignorantia de epsi maistri de cecha, quali non sano fare né anchora comandare, et io povereto porto la pena et pare che ogni suo diffecto venga sopra di me, sichò prego la Ex. V. se digni acettare la scussa mia et haverme per quello bon servitore fidato quale sono: Vicentio mio fi-

  1. Arch. Gonzaga di Mantova. Copialettere marchionali.