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una medaglia inedita del museo di brera 475

risdizione principesca, e più tardi, nel 1535, anche il diritto di batter moneta d’oro e d’argento1.

I Fugger, come si è detto, erano mecenati liberalissimi d’ogni arte e d’ogni scienza, possedevano preziose collezioni di libri e di oggetti artistici, le loro case ed i loro giardini erano capolavori di architettura e modelli del gusto dominante. Non meno grandiosa era la loro filantropia; basti il ricordare che nel 1519 un Giacomo Fugger aveva comperato molte case in un sobborgo di Augusta, le aveva fatte demolire, ed aveva fatto costrurre al loro posto tutto un quartiere di casette, affittandole ai cittadini meno ricchi, verso una tenue pigione. Questo quartiere, che fu chiamato la Fuggerei, come sarebbe a dire «la Fuggheria», si è conservato sino ad oggi: ha la propria chiesa, le proprie porte, sei vie, e consta di 53 casette con 106 appartamenti che si danno in affitto per una mitissima pigione a cittadini cattolici poveri. Anche Antonio Fugger ed i suoi figli fondarono molte altre istituzioni di beneficenza.

Antonio, alla sua morte, avvenuta nel 1560, lasciò una sostanza di molti milioni in denaro ed oggetti preziosi, oltre ai beni stabili che possedeva in tutti i paesi d’Europa e nelle due Indie. A lui risale la linea detta di Antonio, della Casa Fugger. Tre suoi figli. Marco, Giovanni e Giacomo, furono rispettivamente i capostipiti dei tre rami detti di Nordendorf, di Kirchheim, e di Wöllenburg. L’altro figlio, Gerolamo, è quello rappresentato sulla nostra medaglia; non prese moglie, e la sua vita è compendiata come segue, nelle cronache manoscritte della Casa Fugger, conservate nell’Archivio Fugger ad Augusta:

  1. Di questo privilegio i Fugger non si valsero che nel Sec. XVII.