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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/89

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64 giovanni mulazzani


V.

valore assoluto e comparativo coi giorni nostri

delle monete antiche.


Chiamo valore assoluto la quantità del metallo depurato dalla lega, che si contiene in una data moneta d’argento e d’oro, operazione che si ottiene coll’assaggio.

Come abbiamo più sopra dimostrato, la lira di Carlo Magno della fine del secolo VIII, da cui ha origine la lira milanese, si componeva di puri grani 7963,200 equivalenti a lire 117, soldi 12 e danari 3 di Maria Teresa del 1778, ovvero ad italiane L. 90, centesimi 27 e millesimi 1 del 1807.

I fiorini e ducati d’oro del medio evo ed i zecchini venuti dopo per essere stati ognora purissimi, non abbisognano di scandaglio, ma lo esigono le produzioni in generale dal 1600 in poi fino ai giorni nostri distinte per mischianza di parti eterogenee, cioè gli scudi, le doppie, i sovrani e napoleoni d’oro.

Quindi i primi patentemente additano col peso il loro valore assoluto, non così le monete della seconda fatta, dalle quali convien sottrarre il metallo ignobile per farsene giusto concetto.

Procedendo di sì fatto modo ognuno vede che facilissimo riesce il determinare con rigore matematico il valore di ogni moneta di qualunque epoca si sia, astrazione fatta dal nome che porta, e dalla tassazione per cui abbia avuto corso, e ciò sia detto in correlazione del grande principio esposto dal Conte