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lo è tuttora; con quello di medaglia invece, un conio che non è e non fu mai usato come moneta.

Pel medaglione, gli antichi Romani non avevano un termine corrispondente. La parola numisma o nomisma che si è voluto pretendere vi corrispondesse, non viene usata nei tempi migliori che dai poeti, sia poi che essi parlino di monete antiche o di monete contemporanee. In un passo del Digesto si indica con questa parola un conio in generale, che fosse antiquato o non accettato, in contrapposto a quello contemporaneo e valido; in un altro passo si parla di vecchi nomismata dei quali si faceva uso in luogo di gemme. Queste parole non autorizzano a supporre che per essi intendansi specificatamente medaglioni, e pare quindi che Eckhel, il quale traduce medaglione in nummus maximi moduli abbia perfettamente ragione di intendere sotto la parola numisma una moneta straniera o antica, cioè una moneta che non avesse corso nello Stato romano.

Non la si trova usata, infatti, in quei casi nei quali indubbiamente si tratta di medaglioni. L’espressione di binio per un doppio aureo di Gallieno nella Cronaca della città, la leggenda quaternio su di un antoniniano quadruplo di Valeriano e Gallieno, e le espressioni usate nella vita di Severo Alessandro: formae binariae, ternariae, et quaternariae etiam (atque amplius usque) librales et centenarias vanno d’accordo fra loro. Esse indicano monete coniate, che hanno il contenuto di 2, 3, 4 denari, ecc., sino a 60 e 100 monete d’oro; è caratteristico come l’autore del passo citato indichi la qualità essenziale della moneta col sostantivo forma e invece il numero delle unità monetarie in essa contenute coll’aggettivo numerale, che esprime una qualità secondaria.

Citeremo altri esempi, non per la loro importanza, ma per semplice conferma. Nella Historia Augusta Vita L. Veri, si racconta che questo imperatore nelle sue gozzoviglie notturne scagliava “le più grandi” monete nelle taverne, per rompere le coppe (jaciebat et nummos in popinas maximos quibus calices frangeret). Certamente qui non si può affermare con sicurezza se si debba intendere