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il medaglione romano 269

Cosi, p. es., fra i medaglioni di Marc’Aurelio non si trova più il pezzo da 6 assi, mentre contemporaneamente questo prende piede nella moneta grave senatoriale.

Un’eccezione la troviamo soltanto sotto il regno dell’imperatore Decio. Mentre di lui non potremmo citare che un solo medaglione, da 9 assi, vale a dire d’un peso relativamente basso, il Senato emette contemporaneamente monete gravi da 9, 10, 11 e 12 assi. Eckhel spiega questo strano fenomeno col grandissimo favore che Decio accordava notoriamente al Senato. E vi sono buoni motivi per attribuire anche gli altri multipli superiori della moneta pesante senatoriale a concessioni speciali dei relativi imperatori.

Queste concessioni e la divisione di competenza fra l’Imperatore ed il Senato per ciò che riguarda le gradazioni di peso, ci permettono di conchiudere che la moneta pesante senatoriale ed il medaglione imperiale di bronzo non erano altro, in ultima analisi, che categorie diverse di una sola e medesima sorta di moneta, divise soltanto l’una dall’altra dai limiti della competenza. Il medaglione di bronzo, come il medaglione d’oro e d’argento, vien coniato dall’Imperatore; la moneta pesante senatoriale vien coniata dal Senato per autorizzazione dell’Imperatore e sotto alcune restrizioni. Entrambe queste specie di monete, nella loro essenza, erano uguali, e differivano soltanto nelle modalità esteriori.

Se quindi, come nessuno vorrà dubitarne, la moneta pesante senatoriale era una vera e propria moneta, dovremo per logica conseguenza riconoscere questo carattere di moneta anche al medaglione imperiale di bronzo.


IX.

Il nome del medaglione nell’antichità.


La differenza essenziale fra moneta e medaglia non è propria soltanto del linguaggio scientifico, ma si avverte anche nell’uso comune. Col termine di moneta si indica un pezzo di metallo coniato, che era in corso una volta o