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268 | federico kenner |
numerose sotto quei regni che ci presentano anche una maggior abbondanza di rame senza S • C.
Infine, anche pel medaglione imperiale di bronzo si verifica un accrescimento dei multipli col progresso del tempo.
Se da queste analogie si può arguire una connessione intima fra il medaglione imperiale e quello senatoriale, questa connessione risulta non meno chiaramente dalle loro differenze.
La moneta pesante senatoriale non supera quasi mai i 40 grammi, talché questa cifra vien considerata, in generale, come il suo limite massimo di peso. Ben altro accade invece per la moneta pesante imperiale; fra i cento e più medaglioni imperiali del Gabinetto, 13 soltanto pesano meno di 40 grammi; tutti gli altri pesano da 40 a 80, anzi fin quasi a 90 grammi; il maggior numero di essi oscilla fra i 40 e 70 grammi.
È quindi un fatto innegabile che il limite più basso di peso della moneta grave imperiale coincide col limite più alto di peso di quella senatoriale. Vi è dunque una evidente divisione di competenza fra l’Imperatore ed il Senato, riguardo alla moneta pesante; al primo ne sono riservate le gradazioni superiori, mentre il secondo si deve accontentare di quelle inferiori.
Anche lo sviluppo cronologico delle singole gradazioni di peso è differente per le due sorta di monete. Il Senato incomincia con qualche multiplo da 6 e 6 1/2 assi, e soltanto a poco a poco e a lunghi intervalli perviene a coniare multipli superiori. La moneta pesante imperiale invece ci si presenta sin da principio, come nell’oro e nell’argento, così anche nel bronzo, in varie gradazioni altissime. Anche sotto questo riguardo adunque, il medaglione imperiale è superiore a quello senatoriale; il primo è affatto indipendente, mentre il secondo non giunge che a poco a poco e tardi alle gradazioni superiori di peso. Vi è un’altra circostanza la quale documenta ancor più questa inferiorità, ed è che un dato multiplo scompare dalla monetazione pesante imperiale quando comincia ad essere usato in quella senatoriale.