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38 | umberto rossi |
coppiere dell’imperatore. Guglielmo, alla sua morte, lo aveva posto sotto la tutela dell’avola Benedetta Pii, perchè tuttora minorenne, e la saggia gentildonna credè opportuno di lasciarlo alla corte di Vienna fino al 15871; trascorso il qual anno e fattosi già uomo, Francesco Guglielmo tornò in Italia a prender possesso de’ suoi feudi e si acconciò al servizio di Ferdinando de’ Medici, granduca di Toscana. Stette tre anni a Firenze, coprendo vari ufficii e nel 1591 fu dal Granduca mandato ambasciatore presso la corte degli Estensi a Ferrara; e quando, morto Alfonso d’Este, il nuovo duca Cesare fu spogliato dal pontefice Clemente VIII della capitale dei suoi stati, lo seguì, sempre come ambasciatore toscano, a Modena.
Naturalmente essendo sempre assente, Francesco Guglielmo aveva pensato a nominare un luogotenente generale a Tresana che lo rappresentasse in tutto e che doveva in modo speciale sorvegliare la zecca in cui fin dal tempo del marchese Guglielmo si battevano moneto minute. Era luogotenente nel 1598 certo Castruccio Baldissori lucchese, che fidando nell’assenza del suo signore pensò bene di mettersi d’accordo col maestro di zecca, Claudio di Antonio Anglese, francese, per coniare grande quantità di monete contraffatte a diversi tipi di Francia, di Savoia, di Venezia, di Genova, di Bologna, di Massa e di Roma e compiutane in breve tempo una numerosa battitura le fece spargere in vari stati italiani e sopratutto nel Veneto per mezzo di tal Salomone, detto Flaminio, ebreo e negoziante veronese.
- ↑ In quest’anno al primo di settembre si trovava a Praga al seguito della Corte e di là scriveva al duca Vincenzo Gonzaga condolendosi della morte del di lui padre, il duca Guglielmo.