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102 roberto von schneider

da assegnare l’ultimo posto ad un piccolo foglietto1 sul quale si veggono, — accuratamente disegnati a penna ed acquarello, — un Gesù Bambino in atto di benedire, e due busti, l’uno di uomo, l’altro di donna. Il profilo ardito della testa maschile, col berretto e colla lunga capigliatura spiovente sulle spalle, ci richiama tosto i ben noti lineamenti dell’imperatore Massimiliano I, e se questo è il personaggio rappresentato, e non invece, come si è preteso senza fondamento, Lodovico il Moro, la testa femminile non può raffigurare la di lui moglie Beatrice d’Este. Non rimane che la scelta fra le due consorti di quell’imperatore, e, se confrontiamo i loro ritratti contemporanei, non dureremo fatica a deciderci per la seconda, Bianca Maria, la nipote di quel duca di Milano che si è voluto riconoscere a torto su quello stesso foglietto.

Quell’eccellente conoscitore dell’antica pittura italiana, che si nasconde sotto lo pseudonimo di Ivan Lermolieff, è stato il primo a sostituire i veri nomi a quelli tradizionali e insostenibili di questi ritratti, escludendo nello stesso tempo che l’autore del disegno fosse Leonardo da Vinci, come si trova scritto inconsideratamente sul margine superiore del foglietto. Egli lo attribuì piuttosto ad un pittore, per così dire scoperto da lui, il quale, in un ritratto di Massimiliano dell’anno 1502 nella Pinacoteca imperiale di Vienna, si segna Ambrogio de Predis. Basandosi su quest’opera firmata, Lermolieff è riuscito a dimostrare che molti altri quadri di diverse

  1. Altezza cent. 8, larghezza cent. 15. L’annessa illustrazione lo riproduce alquanto impicciolito.