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116 roberto von schneider

del Marchese, già conosciuta per le belle monete di Melioli; la seconda (Tav. II, n. 5), un uccello su di un’ara, colla scritta: Vivo e morto1. Il materiale di cui dispongo non mi permette di appurare se il nostro intagliatore abbia recato a Hall con sé questo tipo, comechè usato nella sua patria zecca, o se questa raflSgurazione sia venuta in uso nelle monete mantovane soltanto dopo il 1506. S’intende che in un motivo artistico tanto frequente non si possa parlare di una vera invenzione. Non sono rare le placchette uscite dalle officine dell’Italia settentrionale, con simili immagini della B. V.2. I cherubini nelle nubi, come li ha disposti l’incisore intorno alla Vergine, sono un motivo usato con predilezione da Mantegna, che, come è noto, esercitò una possente influenza sulle arti minori nei luoghi in cui si estrinsecò la sua attività. Così, per esempio, li troviamo due volte nel suo celebre trittico della Tribuna di Firenze, una volta intorno a Cristo che sale al cielo, un’altra volta intorno alla Vergine nell’adorazione dei Magi, quest’ultima conosciuta a tutti per l’incisione del maestro, sotto il nome di Vergine della Grotta3; o nel bel quadro della Vergine, che ora, liberato dai guasti d’una malintesa ristaurazione, è divenuto una delle perle della ricca galleria di Brera.

Da questa rispondenza dei tipi sulla medaglia, sul testone e sulle monete mantovane, si deduce con

  1. Portioli, l. c., pag. 87.
  2. Molinier, Les plaquettes, vol. II, nn. 423, 427. Bode und Tschudi, Beschreibung der Bildwerke der christlichen Epoche (Königl. Museen zu Berlin), n. 704, 826.
  3. Bartsch, Le peintre-graveur, vol. XII, pag. 233, n. 9.