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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/20

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appunti di numismatica romana 17

trovare fra l’Antoniniano di Zenobia e gli Antoniniani di Vaballato quella identità di tipo che fa dire senz’altro: ambedue devono necessariamente essere il prodotto della medesima zecca. Tale giudizio poi nel nostro caso è reso assai difficile dall’essere unico uno dei termini di confronto e scarsissimi gli esemplari dell’altro. Ma ammettiamo pure che le monete, tanto di Zenobia che di Vaballato, siano state coniate nella medesima zecca; le discrepanze incominciano quando si tratta di definire il luogo ove quella zecca esisteva. Il sig. Rhode l’attribuisce a Tripoli nella Fenicia1, il sig. Markl invece ad Antiochia di Siria; né occorre accennare che altri vorrebbe attribuirla a Serdica2. Ecco dunque perchè, prima di pronunciarmi in mezzo a tanta indecisione, volli aspettare l’apparizione dell’articolo Serdica o Antiochia?, che l’autore stesso mi aveva annunciato come specialmente dedicato alla soluzione di tale problema. È questo completamente risolto? Potremo noi attribuire l’Antoniniano di Zenobia alla zecca d’Antiochia con tutta sicurezza e con nessuna restrizione? Senza ripetere qui i ragionamenti e le prove acutamente addotte nel citato articolo dal signor Markl in appoggio di questa attribuzione, e senza invadere il campo eminentemente tedesco di tali sottili investigazioni, mi limiterò a dire che, quanto a me, parmi che le maggiori probabilità pendano dalla parte del Markl, e che quindi possiamo accettare la sua attribu-

  1. Theodor Rhode. Die Münzen des Kaiser Aurelianus, seiner Frau Severina und der Fürsten von Palmyra. Pag. 400-401.
  2. E. Lépaulle. La Monnaie romaine à la fin du haut empire. — Revue Numismatique, 1888-89.