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tremisse inedito al nome di desiderio, ecc. | 289 |
di errore di copista o di amanuense. I sigg. Pinder e Parthey essendosi proposto di procurare una edizione veramente completa ed accurata dell’importante lavoro dell’Anonimo di Ravenna, non ebbero ricorso soltanto al codice parigino come il Percheron, venuto perciò in qualche sospetto al nostro eruditissimo Muratori1, ma ne fecero riscontro coi codici della Vaticana, e di Basilea, senza trascurare le riproduzioni fattene da Giacomo Gronovio nel 1696, e da altri successivamente. Fra le molte varianti minutamente rilevate dai signori Pinder e Parthey nessuna ebbero essi ad accennarne di relativa al nostro proposito.
Confermano i nuovi diligentissimi editori dell’Anonimo Ravennate, coadiuvati nel loro importante lavoro da non pochi altri eruditi, doversi ritenere che lo stesso Anonimo dettasse la sua Cosmografia nel settimo secolo dell’era volgare, e non potersi esso confondere, siccome vi inclinava il Muratori, in una sola persona con Guido prete pur di Ravenna, appartenente ad epoca posteriore, e forse al secolo IX.
Notevolissima è l’autorità che devesi attribuire all’Anonimo Ravennate, sia pel tempo in cui ritiensi aver scritto, sia per appartenere a quella città di Ravenna, che dopo l’epoca di Teodosio II era importante centro per le cose geografiche2.
Sutri come si denomina questa fra le antichissime città italiane, e di origine etrusca, ora appartenente alla provincia di Roma, circondario di Viterbo; trovasi indicata nelle storie, e negli antichi codici ed itinerari col nome Σουτριον, di Sutrium, di Sutrio, e finalmente di Sudrio dall’Anonimo Ravennate. Si disse Respublica Sutrinorum, e secondo i tempi anche Colonia Iulia Sutrina quando ebbe una nuova colonia, imperando Augusto; Sutrinus fu chiamato il vescovo che essa città ebbe dalla Chiesa.
Non è punto a ritenersi troppo strano il trovare nel-