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è davvero esistita la zecca di mesocco ? 401

ogni giorno più difficile, la produzione diminuì rapidamente finché al 16 maggio “M. Dionisio se ne fugito et la Cecha non ha poi più lavorato”.

Questa notizia senza altro commento ci è data dall’Albriono; al suo laconismo cercheremo supplire col gridario milanese.

Ai 16 ottobre 15291 Antonio Ley va governatore del ducato, pubblicava una grida a regolare il corso delle monete e bandire quelle in straordinaria quantità importate dalle zecche piemontesi. Sei giorni dopo aggiungeva: «E perchè novamente sono comparsi certi bianchi2 quali hano da una parte una testa e da l’altra l’arma triulcescha quali sono di manca bontà etiam de manco peso de li altri, perciò se li dà bando, che non se possano spendere ricevere ne tenire sotto pena de perdere ditti bianchi et de pagare per uno quattro applicando ut supra».

Al 30 genn. 1630, Francesco II Sforza bandisce tutte le monete delle zecche di «Casale S.to Evaxio, Dexana, Salutio, Crevacuore, Valtaro, Belin-

  1. Francesco Bellati, Raccolta cronologica, ecc. Vol. 2, g. 123.
  2. Giovanni Mulazzani, Studi economici sulle monete di Milano. In «Rivista italiana di Numismatica». Milano, 1888. Fasc. III, pag. 301. Denominazione a noi derivata dalla Francia, usata pel basso biglione accuratamente imbiancato.
    Il Mulazzani cita la grida di Francesco II Sforza del 1530 come la prima che parli di bianchi. La nostra, come si vede, è anteriore; delle monete importate dal Piemonte dice «Alchuni bianchoni maximamente per lo augmento loro intollerabile de soldi XVII a XVI.» Ma monete bianche d'arzento son già nominate nella grida del 22 settembre 1501. (Vedi Archivio Civico di Milano. Lettere ducali dal 1497-1502 folio 251). Anche negli Eidgen. Abach. si citano dei blanken come monete italiane. Zurich, 1876. Vol. 4, 1, b. Losanna, 29 marzo 1530.