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446 arturo g. sambon

più paziente allo studio delle monete medioevali dell’Italia meridionale, e si giovarono della scoperta d’esemplari più perfetti e sicuri, e li tolsero ad esame con acume maggiore di critica. E, oltre al libro del Vergara sulle Monete del regno di Napoli, vanno ricordate con pregio più o meno di lode, le Illustrazioni del Diodati sulle Monete che si nominano nelle Costituzioni, le Tavole di monete del Reame di Napoli e Sicilia del Fusco, la monografia erudita dello Spinelli sulle Monete Cufiche, e quelle più speciali e recenti sulle Monete di Giustiniano II del Cordero di Sanquintino, del Lazari sulle Monete d'Abruzzo, e dell’Engel intorno alla Numismatica e alla Sigillografia dell’epoca Normanna1.

Ma ancorché queste ed altre simili opere abbiano svelata una messe abbastanza copiosa di monete sconosciute, ed abbiano descritte con maggiore verità quelle già note, assai rimane a fare. Parecchie monete furono trasandate, o vennero a luce dopo, di altre non fu ben definita l’appartenenza; e in generale si sente il bisogno di un’opera complessiva che, ordinando ed illustrando la monetazione dei varii Stati e dei dinasti, che durante la media età sursero e dominarono nella regione meridionale d’Italia, ne dia un’idea compiuta.

Come contributo ed apparecchio a quest’opera di maggior lena, io mi propongo ora di raccogliere i tipi e di dar notizia delle monete del Ducato napoletano, che, tra quegli Stati, ebbe anch’esso un glorioso periodo di vita; ben lieto di poter aggiungere alla cognizione dei più comuni esemplari, quella di altri meno imperfetti, o ignorati in tutto.



  1. A queste, e alle minori opere dei tre Fusco, del Promis, Tavole sinott. delle monete battute in Italia dal sec. VIII in poi; del Tonini, Appunti di Numismatica, ecc. e di altri, vanno aggiunti i Cataloghi delle Collezioni del Museo di Napoli del Fiorelli.