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498 francesco gnecchi

considerato come vero medaglione e certo io mi trovo alquanto imbarazzato e quasi a disagio, dovendo esporre un’idea contraria non solo alla mia che ho avuto sino a poco tempo fa, — il che poco importerebbe, — ma a quella di tante altre autorità, fra cui metto in prima linea il Borghesi, al quale va l’opinione invalsa specialmente attribuita, egli essendo stato il primo che ne parlò diffusamente ed ex professo. Ma potrebbe darsi, anzi io ritengo positivamente, che, se Borghesi avesse trattato oggi l’argomento invece che mezzo secolo fa, avrebbe scritto ben diversamente. In questo mezzo secolo qualche cosa ha progredito la scienza, e molto la pratica materiale delle monete; e, appoggiandomi a questo fatto, credo poter esprimere la mia opinione, senza menomamente mancare di rispetto all’autorità d’un tanto Numismatico.

“Il primo dei medaglioni che pubblichiamo” dice il Borghesi al principio della sua citata dissertazione “inedito, per quanto è a nostra notizia, forma uno splendido monumento in Milano dell’I. R. Gabinetto numismatico di Brera. Ma quanto è insigne per la sua conservazione, per la sua bontà del lavoro e per lo straordinario suo modulo, altrettanto fastidio egli reca ai cronologi.”

E quindi entra a descrivere e illustrare il medaglione, rilevandone con grandissima erudizione storica l’errore di data. Mi asterrò dal ripetere qui tutte le sue dotte disquisizioni; ma, venendo direttamente alle conclusioni, accennerò come dalle date iscritte risulti che il diritto non può essere posteriore all’anno 919 di Roma (166 d. C), mentre il rovescio non può essere anteriore al 924 (171 d. C.); emer-