Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
tre luigini inediti di campi | 541 |
tavano quell’esempio e andavano inondando la Turchia e l’Asia Minore di questi luigini, con gravissimo danno di quei paesi, giacché per l’ingordigia dei principi e dei loro zecchieri, quelle monete, già di bontà molto inferiori alle francesi, erano andate di continuo peggiorando, talché anche in quei paesi tali frodi furono talvolta scoperte, e gli agenti di quella vergognosa speculazione si videro costretti a salvarsi colla fuga o a vedersi sequestrate le partite di luigini che tentavano di mettere in commercio. La cosa era giunta a tal punto, che tutti i principi italiani proibirono il commercio di quelle monete, e la Repubblica Genovese, con decreto del 18 luglio 1667, vietava l’introduzione nel suo stato di tutte le monete mancanti e di bassa lega, e specialmente degli ottavetti1.
Infatti, in una concessione di zecca del principe G. B. Centurioni, la quale non porta data, ma dovrebbe essere posteriore a quell’anno 1667, si prescrisse che le monete battute in Campi non debbansi spendere dentro il dominio della Repubblica2.
Ma la persecuzione ai luigini non ebbe tregua: i principi e le repubbliche con ripetuti editti proibirono quelle monete, minacciando gravissime pene ai detentori, e questi si affrettarono a distruggerli. Da ciò la loro rarità.
PS. Quest’articoletto era appena licenziato per le stampe, quando mi giunse dalla Grecia un altro piccolo