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70 tarquinio gentili di rovellone

II.

Le monete di Leone VIII.

Le due prime (Tav. I, fig. 1 e 2) hanno eguale la leggenda nel dritto LEONI PAP. OTTO segnata nel campo in tre righe divise da due sbarre orizzontali: nel rovescio hanno ugualmente la mezza figura di S. Pietro, ma con diversa corona nella testa, e la prima ha le sole lettere P. S. (Petrus Sanctus) che accostano la mezza figura, l’altra ha P · SCS.

Prima singolarità da notarsi è la mancanza della crocetta, specialmente nel dritto. Era costume allora di premetter il segno di croce ad ogni scrittura e al proprio nome scritto1. Dopo Costantino Magno poi tutti i principi cristiani del medio evo lo scolpirono nelle monete. Non mai manca nelle pontificie antiquiori,2 almeno in una delle due leggende, e proseguì pure il costume presso che in tutta la coniazione delle antiche. Non è possibile rintracciare

  1. Fioravanti, pag. 5. — Lo conservano tuttora i Vescovi nelle loro soscrizioni.
  2. Solo in una moneta di Gregorio IV (anni 828-844) riportata dal Promis nella tav. II, n. 10, manca affatto la crocetta, sostituita tanto nel dritto che nel rovescio da una stella di otto raggi. Ma ha la sua speciale ragione che potrà apparire nella illustrazione che forse si farà di quella moneta.