Pagina:Rivista italiana di numismatica 1891.djvu/397

Da Wikisource.

i "cavalli" di ferdinando i d'aragona, re di napoli 345

adunque il Fusco ed il Lazari1, nell’asserire che il Tramontano era mastro della zecca napoletana, dal 1476 in poi. Della immediata successione del Tramontano2 allo Spinelli fa cenno lo Zocchis ufficiale della Zecca di Napoli, nel 1555, di cui si ha un ragguaglio sulla monetazione del Reame, da Alfonso I in poi3. Parlando di Ferdinando I, dice: “nel qual tempo fu maestro de zecca lo quondam magnifico Carlo Spinelli (Cola invece di Carlo) poi del quale successe in detto offitio lo spettabile quondam Gioan Carlo Tramontano conte de Matera„4. Durante il regno di Alfonso I, come già abbiamo detto, era intagliatore dei conii, per tutte le zecche del Reame, Francesco Liparolo, orafo

  1. Zecche d’Abruzzo, p. 41.
  2. Gian Carlo Tramontano, figliuolo di Ottaviano Fiola Penta, popolano, fu nomo audace e prepotente, e seppe da bassissima condizione elevarsi a tanto da conseguire i più alti uffici del regno. Avendo cominciata la sua fortuna sotto gli Aragonesi, a quelli si mostrò sempre assai devoto; benché la sua devozione sembri motivata solo dall’interesse proprio. Creato Eletto del popolo, addì 8 giugno 1495 (Notar Giacomo, p. 191, Passero, 78) cooperò moltissimo al ritorno di Ferdinando II. Per la qual cosa il Tramontano venne in tanta boria, che fece cacciare, colla forza delle armi, i mastri razionali dal locale, nell’edifizio della zecca, dove tenevano la corte, e se ne impossessò per propria abitazione (Faraglia, p. 102; Arch. storico per le prov. Nap. Anno V, fasc. I). Comprò nel 1497 da Federico d’Aragona, per 25,000 ducati, la terra di Matera (Vol. I, Repert. Quintern. Basilic. ed Otranto). Il conte di Matera fu fatto prigioniero nella lotta tra Spagnuoli e Francesi; ma riscattatosi, fu uno de’ baroni che dopo la battaglia di Cerignola corsero a Napoli per ridurla alla signoria Spagnuola, e gli fu quindi ridata la zecca di Napoli nel giugno del 1508 (Ced. 168, fol. CVIX), e nel 1504 quella dell’Aquila. Avendo però vessato oltremodo que’ di Matera col superbo contegno e la continua richiesta di denaro, venne assassinato la mattina del 29 dicembre 1514, mentre si recava alla Messa nel Vescovado.
  3. Bibl. Nazionale di Napoli, n. 18-28 del mscr. XI, c. 44.
  4. In un processo della Regia Camera della Sommaria. — Processo cit, n. 289. Joannes de Caro magister actorum (1516) cita i maestri della zecca Benedetto de Cutruglio e Gola Spinelli anteriori al Tramontano.