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TARIFFA MONETARIA


M E S O L C I N E S E




Da tempo immemorabile, tenevasi annualmente, nella Valle Mesolcina, una fiera nel mese d’ottobre, durante la settimana in cui cade il giorno di S. Gallo, epperciò detta “fiera di S. Gallo”.

Essa aveva luogo nel borgo di Roveredo, ove i montanari conducevano il loro bestiame, le pelli, i latticini, il miele, per comperare granaglie e tessuti dai mercatanti accorsivi1. La grida che in tale occasione si pubblicava diceva che “ogni persona li possa con le loro robe et mercantie liberamente et expeditamente venire et da quella ritornare, ognia impedimento così reale come personale al tutto cessante”2.

Liberatasi la Valle Mesolcina dal dominio dei Trivulzio (1549), la zecca di Roveredo restò chiusa, regolandosi il corso delle monete su quello della Lega Grigia. Il tipo principale fu dapprima la Lira imperiale, poi la Terzola, indi il Fiorino di Reno e da ultimo, come unità, vediamo una ipotetica moneta d’argento, detta lira mesolcinese, divisa in 20 soldi e 12 denari.

Ogni anno, durante la fiera di S. Gallo, i Magistrati

  1. E. Tagliabue, Dazi del seicento. In Boll. St. della Svizzera It. Bellinzona, 1890, Fasc. 12. — Porta le tasse che pagavano i mercanti concorrenti a tal fiera.
  2. Gride per la fiera di S. Gallo in Mesolcina. Manoscritti del secolo XVI. — Archivio Trivulzio. — Feudo Mesocco. Cart. 12.