Pagina:Rivista italiana di numismatica 1892.djvu/151

Da Wikisource.

bibliografia 145
Lazzari e lo Spinelli ritennero coniato da Mansone III, allorchè s’impadronì di Salerno.

Tav. II. — I Nr. 31 e 35 sono due esemplari sconservati del follaro di Mansone, della Collezione Santangelo (Napoli), pubblicato dal Bonucci negli Annali di numismatica del Fiorelli. I Nr. 33 e 34 sono confusi riconî d’impossibile attribuzione.

I Nr. 36, 37 e 38 non possono attribuirsi a Drogone. Lo stile di queste monete è assai simile a quello delle capuane del principe Roberto II, di Anfuso, ecc., e credo non andar lungi dal vero nell’assegnarne alcune a Guglielmo, cui il padre, Ruggiero re, dette nel 1144 il principato di Capua. L’Engel lesse infatti su una di queste monete GLIE e su di un mio esemplare leggesi GLIE M. Per il Nr. 36, su cui si potrebbe leggere PR (inceps) CAP (uae) ovvero (Jor) DA • CAP, si confronti il sigillo edito dall’Engel a tav. II, N. 7, sul quale è riprodotto lo stesso tipo.
II Nr. 39 non è di Roberto Guiscardo. Lo lettere che il Foresio ha creduto vedere sul rovescio non sono che gli ornati di un tempio che egli ha fatto disegnare capovolto. Neppure il Nr. 40; può attribuirsi a Roberto Guiscardo, essendo moneta comunissima che, in esemplari più completi, reca l’epigrafe ROGERIVS RX, da una parte, e SCS • STHEPANVS dall’altra. L’Engel la pubblica a Nr. 49 (pag. 40); ma anche egli sbagliò, parendogli dall’incompleto IANV, che si vedeva su di un suo esemplare, poter trarne SCS • IANVARIVS. I Nr. 41, 43, 44, 45, 46 e 48, attribuiti a Roberto Guiscardo, sono confusi riconî di cui non si può tener conto alcuno Il Nr. 47 è d’incerta attribuzione, ma lo credo del duca Guglielmo. Il Nr. 51 è un tipo sinora sconosciuto. Eccone la descrizione: Follaro. D/ Busto del duca a d. R/ ROGE — RIVS — DVX.
Tav. III. — I Nr. 63, 64 e 65 sono riconî di follari di Ruggiero su monete anonime religiose di Costantinopoli. Il Nr. 69