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180 ettore gabrici

Troia, morisse nell’isola di Melos1. Questa disparità di opinioni è importante per noi, attestandoci quanto grande fosse la popolarità dell’eroe Menesteo, il quale è chiaro come in seguito dovesse avere un culto. Ed infatti, quale eroe ateniese, era venerato in Atene, ove Pausania ci attesta di aver visto, fra i monumenti che adornavano la via dei Propilei sull’Acropoli, il cavallo Durio, dagli ateniesi costruito in memoria del cavallo troiano, donde erano in atto di venir fuori Menesteo e Teucro, seguiti dai figli di Teseo2. Il suo nome era misto a parole di lode in una delle tre iscrizioni, dagli ateniesi poste presso le tre erme, erette in onore di Cimone; onde risulta che quel popolo andasse superbo di vantare in lui il suo rappresentante nella guerra di Troia3. Ebbene, in quella iscrizione son ripetute le lodi che gli fa Omero, le quali bastavano, più che ogni altra, ad inorgoglire l’animo di ciascun ateniese.

Ma il culto dell’eroe Menesteo non era circoscritto negli angusti limiti della sua città natale; che anzi era esteso per tutta la Grecia, e tre città lo riconoscevano lor fondatore. La prima per importanza era Ἐλαία, città nell’Eolide, da tutti gli scrittori greci e latini, che ne parlano, decantata pel suo porto, stazione delle navi di Pergamo4: la seconda era Scylletium nel Bruttium, detta ai tempi di Strabene Scylacium, che diè nome al golfo da cui era bagnato il suo territorio5; la terza Gades, in Ispagna.

  1. Eckhel, Numi Vet., p. 203.
  2. Paus., I, 23, 9.
  3. Plut., Cimo, VII.
  4. Steph. Byz. s. V. Ἐλαία, Strab. Geogr. XII, 622: XIII, 615 e 622; Plin. Nat. Hist. V, 31, 1, et passim. Una moneta di questa città, del tempo di M. Aurelio, ha il nome del suo fondatore (Eckhel Doct. II p. 494). Essa è riprodotta in Numi vet. p. 203, tab. XII n. 5.
  5. Strab. Geogr. VI, 261.