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francesco foscari e le sue monete 331

il Senato1, trovando troppo miti e non adequate alla colpa le punizioni sino allora comminate, estende anche a quelli, che portano o fanno portare dall’estero monete false, le pene stabilite per i falsificatori, che non erano certamente leggere, giacchè si trattava della perdita della mano destra e di tutti e due gli occhi, oltre a multe gravissime, alle quali una parte era devoluta ai denunciatori.

Collo stesso scopo il Senato (28 agosto 1447) sancisce una legge2 secondo la quale gli intagliatori della zecca devono essere cittadini originari di Venezia, per isfuggire il pericolo che i coni possano cadere nelle mani dei signori forestieri, che imitano le monete veneziane, e poco tempo dopo (29 novembre 1447), essendo vacante il posto dell’intagliatore delle stampe delle monete d’argento, per la morte di Gerolamo Sesto, il Collegio prescrive3 che la elezione debba farsi assieme dagli ufficiali della moneta dell’argento con quelli della moneta d’oro, tanto in questo caso, quanto in quello che mancasse il maestro delle stampe dell’oro.

Indipendentemente dalle falsificazioni i danni causati da sì grande copia di monete inferiori erano tanti e così manifesti, che il Senato più volte ne fu compreso e sospese la coniazione dell’uno o dell’altro genere di monetine, quando troppo si era abusato di questo ripiego finanziario. Ma si tornava a ricorrervi sotto la pressione delle necessità di una guerra lunga e dispendiosa, sostenuta da truppe di ventura,

  1. R. Archivio di Stato, Avogaria del Comune, Deliberazioni del Maggior Consiglio, registro C. II, carte 61. — Capitolare dei Massari all’argento, c. 68.
  2. R. Archivio di Stato. Senato. Terra reg. II. c. 13. — Capitolare delle Brocche, carte 31 t. — Capitolare dei Massari all’argento, carte 67 t.
  3. R. Archivio di Stato. Collegio. Notatorio reg. XVI, carte 66. — Capitolare delle Brocche, carte 31 tergo.