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su alcune monete inedite di alfonso i, ecc. 343

apporre il proprio marchio a tutti gli argenti lavorati nel Reame1. Il Minieri-Riccio, nel suo articolo: Alcuni fatti di Alfonso I ed il chiar.mo N. Barone, nel suo studio: Le cedole della Tesoreria aragonese; raccolsero parecchie notizie di questo artista, che furono riassunte dal Filangieri, nell’Indice degli Artefici, ecc. annesso all’opera: Documenti per la Storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane. Queste notizie però terminano all’anno 1442; mentre, nello spoglio delle cedole, ho trovato menzione di questo artista, anche negli anni seguenti; l’ultima notizia di lui, che mi è venuta sott’occhio, è dell’anno 14482. Riassumendo dunque queste notizie, sappiamo che Paolo de Roma era milanese; che, sin dal 1437, trovavasi a Gaeta, alla corte aragonese; che in quell’anno, «in considerazione della sua abilità» gli fu data speciale concessione, vita durante, di controllare, previo adeguato compenso, la lega dell’argento lavorato nel reame da qualsiasi orefice, apponendo o facendo apporre il proprio marchio sugli oggetti di quel metallo, e che, nel 1442, seguì la corte a Napoli, e continuò quivi a lavorare pel sovrano aragonese, sin oltre l’anno 1448. Da queste notizie traspare altresì che Paolo de Roma era spesso coadiuvato, ne’ suoi lavori, dall’orefice Guido d’Antonio. Di questo artista si trova anche menzione sin dal 1437 e, come già dicemmo, nel 1441 fu nominato maestro della zecca di Gaeta. Sappiamo che anch’egli incise i conii per la zecca, poiché nella notizia che lo riguarda, nelle cedole del 1441, è detto: Guido de

  1. Schulz, Denkmaler der Kunst des Mittelalter in Unteritalien . Dresda 1860, Vol. II, p. 136 e 137.
  2. Cedola di quell’anno fol. 26 t. agosto 1448. Mestre Guido d’Antonio e Mestre Paolo de Roma argenters sono pagati per certe roxells d’argent.