Pagina:Rivista italiana di numismatica 1892.djvu/360

Da Wikisource.
344 arturo g. sambon

Antonjo argenter del Senyor Rey e mestre de fer moneda.

Nel documento che abbiamo accennato poc’anzi, e che riguarda l’orefice Paolo de Roma, dicesi che lui solo aveva il diritto di intagliare i conii delle monete; ma, evidentemente, il nostro Guido d’Antonio, sarà stato incaricato spesso dallo stesso Paolo, di coadiuvarlo o sostituirlo in questa carica.

Nel 1442 anche Guido d’Antonio seguì a Napoli la corte aragonese. D’altra parte, venuta Napoli in potere di Alfonso, nel giugno del 1442, trasportossi qui la zecca, ed in un libro dell’Archivio di Napoli, intitolato: Quaternus tocius pecunie facte et liberate Neapolis tam aureo quam argenteo A. M°CCC°XXXX°II° troviamo annotata la prima emissione della zecca napoletana: a dì XXX de ottufro fo liberata de Alfonzine doro boni de piso et de lega pezzi novecentoquarantatre1.

Alcuni alfonsini recano l’iniziale del nome del maestro di zecca. Tra gli esemplari da me raccolti, ve n’ha due con tali lettere; uno con un S, che può indicare, tanto il nome di Francesco Sinier, quanto quello di Salvatore de Miraballis; l’altro con un B. È da avvertire che nessun maestro della zecca napoletana, sotto Alfonso I, ebbe nome o cognome colla B iniziale; poiché, dalle notizie che ho trovato nei registri della Camera della Sommaria all’Archivio di Stato di Napoli, risulta che non vi furono altri maestri della zecca napoletana oltre i seguenti: Jacopo Piperno (1442-1450) Francesco Sinier (1450-1455), Salvatore de Miraballis (1455-1459).

Questo alfonsino, colla sigla B, potrebbe quindi

  1. Fusco, Annali di Numismatica di G. Fiorelli.