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80 vincenzo capobianchi

nuova libra di Carlo Magno eccedè nel peso la romana, con una minor quantità di once se ne aveva l’equivalenza: se il denaro carolino fu più pesante di quello romano, per ogni soldo o libra di conto troviamo che se ne dava una minor quantità; e fu precisamente in questo modo del tutto eccezionale che durante quella riforma la libra romana sopravvisse e seguitò ad essere usata.

Le ricerche di queste proporzioni nei documenti, ed il dimostrare la esistenza di queste, spesso o anzi quasi sempre espresse quando trattasi di moneta, formano il tema del presente ragionamento.


Due fasi risultano dai documenti italici del passaggio dal vecchio sistema in uso sotto i longobardi nel nuovo sistema monetario franco. La prima di queste fasi è determinata dalla cessazione del soldo d’oro mediante la sostituzione del denaro d’argento, 12 dei quali formarono il soldo e 240 la libra romana in argento. La seconda fase è nella cessazione del precedente denaro per quello nuovo istituito da Carlo Magno, 12 dei quali denari egualmente costituivano un soldo e 240 la nuova libra: questo nuovo denaro in origine fu detto ancora denaro grosso, perchè aveva maggior peso e valore di quello precedente.

Divenuto Carlo Magno signore d’Italia nell’anno 774, colla disfatta di Desiderio, non cambiò immediatamente il sistema monetario, perchè trascorsero otto anni circa prima che il denaro d’argento fosse introdotto nella Lombardia (782)1, e ventitre, in Lucca (797);2 anzi in

  1. Fumagalli, Codice diplom. Sant’Ambrosiano, p. 49, nota 3. L’autore osserva che il Docum. XVI dell’anno 781 è l’ultimo in cui siano tuttavia menzionati i soldi e tremissi d’oro.
  2. Barsocchini, Delle vicende della zecca lucchese sotto Carlo Magno e sua stirpe in Italia. Memorie e documenti per servire alla storia di Lucca. T. IX, p. 53.