Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
402 | bibliografia |
con la leggenda S • MARCVS VENET. Dodici di questi piccoli erano uguali al soldo veronese.
Per la prima volta sotto Tomaso Mocenigo figura una rarissima monetina di mistura alquanto più pesante dei piccoli di Verona, la quale da un lato è fregiata di una croce accantonata da quattro apici triangolari e dall’altro ha il busto di S. Marco disegnato in modo da ricordare quello degli antichi bianchi. Essa è lavorata con molta cura e rimanendo sempre rara, si succede coi nomi di Francesco Foscari, Pasquale Malipiero, Cristoforo Moro e di qualche altro doge posteriore. Siccome col principato del Mocenigo coincide l’annessione del Friuli, l’A. sospetta che per questa provincia ella fosse destinata e gliene offre motivo Tessere stati chiamati a formar parte di un collegio istituito nel 1421 per le cose della zecca, anche i Savi che dovevano investigare sopra i fatti del Friuli e delle terre nuovamente acquistate. È probabile che negli archivi di Udine si giunga a scoprire qualche atto che rechi luce in proposito; intanto ci persuade ad accettare l’ipotesi del Papadopoli un decreto, da lui citato, che nel 1442 ordina a’ massari dell’argento di mandare a Padova, a Treviso ed alle altre regioni di terra ferma e nella patria del Friuli i bagattini che si usano spendere in ciascuno di questi luoghi.
Durante il ducato di Francesco Foscari fu pensato anche ai bisogni di Brescia, Bergamo e delle altre parti della Lombardia soggette a Venezia, che usavano della lira imperiale, la quale era il doppio della veneta, e quindi a queste contrade deve spettare quel piccolo detto anche bagattino il cui dritto porta fra le braccia della croce le lettere F F D V ed il rovescio il leone accosciato senz’iscrizione. All’incontro, conforme opina l’A., il quattrino stabilito per Ravenna va cercato nella rarissima moneta, la quale ha la croce adorna di ricci ed il leone rampante privo di ali che fra le zampe tiene una banderuola. Il suo peso si avvicina assai a quello dei quattrini battuti nelle città della Romagna e che equivalevano a due denari piccoli della lira colà adoperata. Sarebbe invece il mezzo quattrino destinato per la stessa Ravenna un’altra monetina, pure di somma rarità, la quale ha il lato diritto comune con la precedente; ma nel rovescio presenta il leone accosciato col vangelo tra le zampe anteriori e S • MARCVS VENETI.
Nel 1453 s’introdussero i quattrini con la croce ed il nome del doge da una parte, e dall’altra col leone rampante senz’ali che nelle zampe anteriori porta la spada. Essi dovevano spendersi in tutto lo stato, tranne che nella città di Venezia, ed erano stati creati allo scopo di facilitare i conteggi delle varie lire adoperate nella terra ferma, per modo che i medesimi a Padova ed a Treviso va-