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incisori dei conii della moneta napoletana 73


Nel 1399 (7 luglio) vien dichiarato maestro dei conii l’orafo Francesco Toccio col solito stipendio annuo di 18 once, e nel 1401 (7 ott.) sono assunti a quell’ufficio Guglielmo Novello e Niccolò Rispolo.

In questo periodo però l’incisione dei conii napoletani lascia molto a desiderare. Ad Aquila, invece, e in altre città d’Abruzzo, essi furono assai meglio lavorati; e non è a meravigliare, considerando l’impulso che ricevette quivi, in quel torno, l’arte del cesello. Il Bindi crede che lo stesso Nicola Gallucci abbia inciso alcuni conii abruzzesi; ma questa supposizione non è convalidata da alcun documento plausibile.

Nel 1437, Alfonso I d’Aragona, istituita a Gaeta la Zecca, mentre lottava con Renato, pel possesso di Napoli, affidò l’esecuzione de’ conii all’orafo milanese Paolo de Roma. Troviamo spesso, nelle cedole aragonesi, menzione di questo artista assai esperto e tenuto in gran conto dal magnanimo Alfonso. Lo Schultz riporta un documento interessantissimo, per effetto del quale vien concesso a Paolo de Roma " in considerazione della sua abilità „ il privilegio di apporre il proprio marchio a tutti gli argenti lavorati nel Reame1. Paolo de Roma incise nel 1437 il bellissimo conio del ducatone d’oro, col re armato, a cavallo, che fu ripetuto, nel 1441, dall’orefice napoletano, Guido d’Antonio2. (Vedi il n. 2 della Tav I).

  1. Schulz, Opera citata, 136-137. V. Privilegi C. della Sommaria, vol. I, 1437-39, f. a8. Lavorò anche i suggelli (Ced. II della Tes. Arag., f. CXXVI).
  2. Guido d’Antonio lavorò per la Corte Aragonese a Gaeta e poi segui il sovrano a Napoli. Alfonso gli affidò parecchi lavori di oreficeria per la bella Lucrezia d’Alagno. (Si veda Filangieri, Lucrezia di Alagno, pag. 46, e N. Barone, Le Cedole di Tesoreria, Cedola XXIX, 1455» Pag. 330-331)- Nel 1441 fu nominato direttore della Zecca di Gaeta e in un ricevo della Cedola di quell’anno a f. 50 vien detto: argenter del Senyor Rey e mestre de fer moneda.