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96 | giuseppe castellani |
che poi furono dette bombe e granate. Sappiamo che Federico perfezionò di molto le artiglierie che usò con vantaggio nei vari assedi che ebbe a dirigere. Il Ricotti accenna al fatto che egli lanciava fuoco contro le città assediate1: il Grossi ci soggiunge come egli fosse assistito dall’ingegnere Gentile Veterani che lo giovò moltissimo, specie nell’assedio di Volterra, come inventore di nuove forme per assalire le piazze2. Sigismondo Malatesta, emulo di Federico, si servì pure di palle esplodenti3. È naturale adunque che anche Federico si giovasse del trovato del suo avversario e forse lo perfezionasse. Ci dà adito a questa supposizione il vedere adottata da lui l’immagine delle bombe tra gli altri emblemi militari e civili che si ripetono costantemente nelle ornamentazioni del suo magnifico palazzo. Queste mie osservazioni, che non posso confortare con altri argomenti, potranno dare motivo a qualche studioso di fare delle ricerche in proposito.
Checchè ne sia del significato dell’emblema figurato sui quattrini di Guidubaldo, sta in fatto che il rovescio della nostra moneta, somigliando moltissimo a quello, pure ne è sostanzialmente diverso, perchè raffigura un canestro o meglio vaso di fiori. Rappresentazione non nuova nelle monete di Francesco d’Este perchè il Kunz ne descrive un soldo di basso argento, che al rovescio ha "una specie di canestro„4. La differenza non è tale però da escludere l’imitazione che apparisce evidente dalla forma del ca-
- ↑ Ricotti Ercole, Storia delle Compagnie di Ventura in Italia. Torino, 1846.
- ↑ Grossi Carlo, Degli uomini illustri di Urbino. — Comentario. Urbino, Guerrini, MDCCCXIX, pag. 210.
- ↑ Ricotti, Op. cit. — Valturio, De Re militari. Lib. X, p. 267.
- ↑ Kunz, Loc. cit., pag. 181, n. 27 e.