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26 | francesco gnecchi |
E il nome di Massimiano non è certamente ignoto nella numismatica romana. E anzi doppiamente conosciuto per due imperatori, i quali ambedue ci lasciarono una così abbondante copia di loro monete, da poter essere riccamente rappresentati in tutte le più umili collezioni.
Ma se il nome, che leggesi chiaramente sulla moneta è noto, ciò non basta perchè l’attribuzione, che parrebbe alla prima presentarsi come la più naturale, sia la giusta. Altri elementi, che pure giova considerare, all’infuori del nome, si oppongono a tale attribuzione, e, provando invece come la moneta non possa appartenere ne all’uno né all’altro degli imperatori che portarono il nome di Massimiano, ci mettono di fronte a quel nuovo Massimiano, che per distinguerlo dagli altri due abbiamo contraddistinto colla qualifica di tiranno.
Parrà strano che un nome nuovo possa venire ancora ad arricchire la lunga serie dei piccoli usurpatori romani, dopo tante collezioni che sono state compulsate, dopo tante ricerche e tanti studii; ma il fatto è tale, e credo se ne convincerà facilmente chi avrà la bontà di seguirmi in questa breve ricerca.
Incominciando dalla cronaca, dirò donde e come due esemplari diversi di una moneta cosi strana pervennero alla mia collezione. La prima (n. 1 della tavola) mi venne proposta dal Reno nell’aprile dello scorso anno, da quello stesso Sig. Lückger, che mi aveva procurato altre buone monete romane, fra cui il medaglione di Caracalla trovato a Colonia, che descrissi nel fase. II della Rivista, 1893. Come il medaglione di Caracalla, il denaro col nome di Massimiano fu trovato a Colonia, e precisamente negli scavi pel canale sulla piazza Apellhof, alla profondità di circa 3 metri e mezzo. Stava in una piccola urna, insieme ad una fibula. — L’impronta che mi