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topografia e numismatica dell’antica imera 411

La figura stessa della Ninfa rivela un carattere di remota antichità per la posizione del corpo rivolto allo spettatore e la testa di profilo, come osserviamo nelle antichissime figure vascolari e nei bassorilievi. Nell’esemplare di Weber la gamba sinistra ha una certa movenza, e il piede poggia in terra quasi con la punta; ma con tutto ciò non si può misconoscere una rigidezza nch’arte bambina ed un’accuratezza nei particolari, come a dire nelle pieghe del chitone. Il personaggio in biga ha poi forme arcaiche non meno della Ninfa; le vesti aderiscono alle carni e la barba è acuminata.

La rappresentanza del rovescio di questa moneta ci richiama alla mente la istituzione dei giuochi olimpici. Il Torremuzza lesse ΓΕΛΟΝ e credette che fosse stata coniata in memoria di Gelone siracusano. L’Eckhel sull’esemplare di Arolsen lesse rettamente 𐌐E𐌡O, ma lo credette nome di magistrato. Il Cavedoni1 fu il primo a pensare che fosse il nome del personaggio stante sulla biga, con aperta allusione ai giuochi olimpici, per cui le città di Sicilia, e in ispecial modo Imera, mostravano tanto ardore, e ai quali il nome di Pelope si trovava connesso. I Greci di Sicilia e dell’Italia meridionale parteciparono, sin dalla fine del settimo secolo av. C, alle corse di bighe e quadrighe ed altri giuochi che in Olimpia erano assai stimati. Trovansi anche dei Siciliani fra gli ὀλυμπιονίκαι , ed oltre ad Ischyro ed Ergotele d’Imera, ricorderemo Parmenida di Camarilla (528 av. C.). Empedocle di Agrigento (496 av. C), Astylo di Siracusa (488, 484, 480 av. C.). Anche Gelone prese parte a giuochi. Il che mostra l’interesse dei Siculi per essi, e ci spiega le numerose quadrighe che tro-

  1. Spicil. numism., pag. 27. Cfr. Revue numism., 1876-77, pag. 121.