Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/354

Da Wikisource.
340 ettore gabrici

Ho potuto però constatare che questi ultimi sono di pessima fabbrica e non esito a dire che sono addirittura di fabbrica barbara o falsificazioni antiche. Tale è il caso degli assi di Agrippa. Quanto a quelli dei monetieri di Augusto, in generale si osserva una tecnica rozza e non è strano che Augusto stesso, e poi Tiberio, abbiano fatto segnare il loro nome su molte di quelle monete, il cui peso non rispondeva a quello degli altri assi, perchè avessero corso nell’impero.

Contromarche di Caligola non se ne conoscono.

A Claudio sono state riferite le contromarche TIB • AVG e TIB • IMP, che io credo siano di Tiberio certamente, per la ragione che non si trovano mai sopra monete posteriori all’anno 37.

Di Claudio e senza dubbio la contromarca TI • AV; ed io dico che questi scrisse in tal modo il suo prenome, come del resto è proprio della epigrafia romana, per non confonderlo con quello di Tiberio che è abbreviato sempre in TIB.

A differenza di quelle di Augusto e di Tiberio, la contromarca di Claudio trovasi quasi esclusivamente su bronzi di Claudio1. La spiegazione sarà dunque ben altra. Ed e veramente strano il pensare che un imperatore abbia segnato una contromarca sulle proprie monete. La parola contromarca ci dà l’idea di un segno messo per modificare il valore della moneta o per garantirla, e si suppone che questo si faccia con le monete di altri. Per Claudio ci dob-

  1. Trovo inoltre le contromarche ti • av, ti • ca sopra alcuni assi di Agrippa. Per la ragione addotta non possono ascriversi a Tiberio. La seconda di queste la trovo anche, della identica tecnica e grandezza, sur un asse di Caligola, il che conferma la mia attribuzione a Claudio. Alcuni assi di Caligola e di Germanico hanno una contromarca che si legge tib • ca • imp. Questa e le altre di sopra le ritengo segnate da Claudio nei primi anni del suo impero, a tempo della riforma dei pesi.