Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/407

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documenti visconteo-sforzeschi, ecc. 393
litate de scarsisie et larghisie, et ogni altra utilitate quale li potesse essere sia a mio commodo, né in tale cossa possa essere molestato.
    «Item richedo la casa dela cecha libera a mio piacere secondo il solito.
    «Item richedo, corno è honesto, che tutte le condennatione se farano in questo tempo alli delinquenti centra li ordini de la prefata Cecha sia mio el terzo, comò disponeno le cride facte sempre, né persona alcuna se possa liberare essendo manifesto el debito in preiuditio mio per dicto tertio.
    «Item richedo che li officiali quali si hanno ad mettere per la domino vicario et dominio Vincentio Boncunto siano collaudati per mi et non altramente: questo si dice solo per essere le persone discrete ".

463. — 1515, marzo 26, Milano. — Grida che conferma quella precedente sul corso delle monete [Reg. Panig., L. 238 t. — Bellati, Mss.].

464. — 1515, aprile 30, Milano. — Riforma della grida sulle monete d’oro e d’argento [Reg. Panig., L. 243 t. Bellati, Mss.].

    «Consyderando lo Ill.mo Sig.r nostro duca de Milano, li giorni passati, lo excessivo pretio et grande augumento havevano preso le valute de oro et monete in questo suo inclyto dominio, et la causa di questo procedere da le monete forastere, parte adulterine, et parte fabricate de minore bontate et liga in altri dominij, che non sono quelle che sono stampate ali tempi de li Sig.ri passati soi predecessori in la Cecha de Milano, quale in ogni tempo ha reportato il principato tra le altre Ceche de Italia de lavorare justantente et in bona el optima liga, le quale monete forastere erano talmente abundate in questo suo dominio, per la gran cupiditate de molti, che non attendevano a fare altro, che farne mercantia: che le bone valute, maxime le fabricate in essa Cecha de Milano, aut erano esportate fora del dominio, et disfacte, per convertirle in pegiore valuta, aut erano tenute in ascosto, in modo che non apparevi altro oro ne moneta se non forastere, de cativa sorte, per la qual cosa ci prefato Ill.mo Sig.r non tanto per beneficio suo, quanto de tuti li populi et subditi soi, fu necessitato fare la redutione de oro et moneta, et farne bandire molte, secundo per le cride facte li di passati se fece