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la zecca di campobasso 455

e così non avrà più valore l’asserzione del Bianchini e del D’Alena.

Negli archivi della casa comunale di Campobasso è serbata una pergamena del 1464, nella quale Ferdinando d’Aragona, pel valore de’ campobassani, dichiara la città demaniale in perpetuo, le concede d’inalberare un pennone colle regie insegne, e perdona la coniazione di monete ivi fatta in passato1.

Dunque la zecca di Campobasso esistette; e, pur non essendo arrivati a noi i nomi de’ zecchieri che vi lavorarono, essa ebbe vita rigogliosa, ma a sbalzi, dal 1386 al 1464.

Tutto questo ho, con paziente lavoro, potuto raccogliere su la monetazione campobassana; e, mentre chieggo scusa per la meschina opera mia, auguro che altri, più fortunati, sappiano meglio far rivivere le avite memorie gloriose in questa dolce terra dimenticata.

S. Elia a Pianisi, Ottobre 1895.


Francesco Di Palma
Insegnante.



  1. Queste notizie mi vennero date dal Sig. Michele d’Alena, segretario capo del comune di Campobasso, e, poi, mi furono confermate dal Sindaco di detta città Com. Francesco Bucci.
           Mi furono sempre larghi di aiuto e di consiglio, primi fra tutti: il Com. Giulio Frof. De Petra, direttore del Museo di Napoli e il Cav. Francesco Gnecchi, direttore della Rivista numismatica, e poscia il Prof. Ettore Gabriel, il Cav. Luigi Milani del R. Museo archeologico di Firenze, il Cav. Bertoldi del Museo Correr di Venezia ed il gentilissimo Sig. G. Sambon. A tutti vivi ringraziamenti ed all’ettuosi saluti.