Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/483

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desana - mirandola 467

sia stato battuto dal Curzio Francesco.

L’unica ragione che potrebbe farsi valere per ammetterla, si è che il Curzio Francesco avesse, durante la vita del lontano parente conte Carlo Giuseppe Tizzone, avanzato pretese sul feudo, e, appunto coniando monete al proprio nome, operato da pretendente. Ma per quante ricerche io abbia istituito, non mi fu dato di trovare un solo indizio di tali pretese1. Anzi, per non lasciare nulla di d’intatto e attingere a fonte sicurissima, mi rivolsi all’illustre Barone Antonio Manno, cui esposi la questione; e il dotto e cortese uomo mi fornì il dato per risolverla, ed è giusto gliene renda pubblicamente le più vive grazie.

Il Barone Manno mi avvertiva che l’ultimo della linea Tizzoni aveva i nomi di Carlo Giuseppe Francesco Delfino Maria2. Il testone adunque recherebbe il terzo nome del Conte, anzichè i primi due, ed essendo stato battuto nel 1667, nove anni prima della sua morte, è logico ammettere che ad esso appartenga.


  1. Anche nel recentissimo lavoro del Dionisotti, già citato, non è fatto il più piccolo cenno di pretendenti al feudo durante la vita del conte Carlo Giuseppe.
  2. Ed è quanto appare anche dal lavoro del Dionisotti. V. la tavola genealogica N. VII. Però i nomi del Conte furono in detta tavola così riportati:

    CARLO GIUSEPPE

    |

    FRANCESCO DELFINO


    sicchè potrebbero far supporre due persone. Ma l’errore di stampa è evidente perchè nel testo (pag. 27), è detto che la Eleonora maritata a Filippo Della Chiesa, Marchese di Cinzano, era la primogenita delle tre figlie del conte Carlo Giuseppe, le quali nella tavola genealogicn sono poste in ordine di nascita sotto il Francesco Delfino.