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MEDAGLIA


in onore di


NICOLÒ QUINTO




Non così copiose, come quelle d’altri pontefici de’ due secoli decimo quinto e decimo sesto, sono le medaglie in onore di Nicolò V (Tommaso Parentucelli di Sarzana), che l’Armand ha illustrato nella sua classica opera dei Médailleurs Italiens. Delle due, ch’egli annovera e descrive, la prima di settantasette millimetri è di Andrea Guazzalotti, conosciuto più comunemente sotto il nome di Andrea da Prato. Fu coniata, come appare dal rovescio, quando non viveva più il pontefice. La leggenda ne ricorda cioè l’anno, il mese e perfino il giorno della morte. La medaglia rappresenta, nel diritto, il busto del papa in piviale con la testa calva e scoperta e, nel rovescio, una nave in mare con a prora il pontefice, che seduto, regge con le mani uno stendardo, sul quale sono figurate le due chiavi, e ha davanti un ciborio con coperchio a cono1. L’altra di millimetri quarantaquattro e opera del Paladino, un artista vissuto verso la fine del secolo decimo sesto e salito in fama per la riproduzione, sopra tutto, delle medaglie de’ papi del secolo decimo quinto. Raffigura, nel diritto, il papa, volto a sinistra, in triregno e piviale; nel rovescio, la Porta Santa, in memoria del Giubileo del 1450. Devo aggiungere che il diritto di questa

  1. Armand, Médailleurs Italiens des quinzième et seizième siècle, Vol. I, pag. 49, n. 6. Paris, 1883.