Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/59

Da Wikisource.

appunti di numismatica italiana 57

italiane1, e i Sigg. Bazzi e Santoni nel loro Vademecum del raccoglitore2.

Tutti questi autori però verosimilmente si copiarono l’un l’altro, e, in ogni modo, non danno alcuna ragione di questa loro attribuzione.

Il Brambilla, in una delle sue eccellenti Annotazioni Numismatiche3, pubblicava nuovamente questo cornabò anonimo, dandone anche il disegno. L’autore conclude il suo lavoro asserendo ch’egli inclina a ritenere autore di questa moneta Gio. Bartolomeo Tizzoni, Conte di Desana (1529-33), e ciò per la somiglianza di questa moneta con altre dello stesso, per la moltiplicità dei Santi che si trovano sulle monete di quella zecca, per le molte contraffazioni che vi si operarono e finalmente pel fatto che questo cornabò ha la targa affatto liscia, e spoglia d’ogni impronta gentilizia, ciò che si riscontra per ben quattro volte sulle monete del Tizzone. L’autore però confessa, che malgrado tante ricerche fatte, non potè trovare nella diocesi di Vercelli alcuna memoria di chiesa dedicata a S. Agapito, o di altro che in qualche modo potesse riferirsi a quel Santo.

Quanto a me (se anch’io devo esprimere la mia opinione), dirò che dopo un attento esame delle due monete suddescritte, la prima idea che mi si affacciò naturale alla mente fu quella di attribuire questo cornabò anonimo a Montanaro, vista la sua grande somiglianza con quello di Bonifacio Ferrero da

  1. Tonini F. P., Topografia generale delle secche italiane. Firenze, 1869, in-8, p. 89.
  2. Bazzi e Santoni, Vademecum del raccoglitore di monete italiane, ossia repertorio numismatico che ne contiene i motti e gli emblemi, i signori, i feudatarii e le loro zecche, ecc. Camerino, 1886, in-8, p. 195.
  3. Brambilla Camillo, Altre annotazioni numismatiche. Pavia, 1870, in-8, p. 90-98, tav. II, n. 11.