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appunti di numismatica italiana 61

a quella zecca. — Piuttosto inclinerei a credere questa moneta battuta a Desana dal Conte Giovanni Bartolomeo Tizzoni. Non potrei convalidare la mia attribuzione, né col suddetto motto biblico, né col Sant’Agapito1, pel quale non ho potuto trovare alcun indizio che lo provi; ma l’appoggerei a questo solo fatto, che G. B. Tizzoni è l’unico che abbia ripetutamente contraffatto, non solo il grosso da soldi sei, ma anche il soldino dei Trivulzio, variandovi sempre il nome del santo. Uno di questi grossi col San Giorgio, e un soldino col S. Maurizio furono pubblicati da D. Promis, nella sua opera sulle monete di Dezana2; un altro grosso col S. Teodoro fu da me fatto conoscere con brevi cenni nella Gazzetta Numism. di Como del 18813, e riprodotto poi da Vincenzo Promis nella sua Memoria quarta4.

Queste tre monete imitano perfettamente il tipo di quelle dei Trivulzio, anche nel loro stemma palato, mentre nel diritto vi si legge chiaramente il nome del Tizzone e quello della zecca.

Nella moneta ora descritta invece, al nome ed alla zecca fu sostituito un motto, e invece dei pali

  1. Varii sono i Santi Agapiti citati nel Catalogo generale di tutti i nomi dei Santi pubblicati da Gregorio XIII. — Esiste inoltre memoria di un Sant’Agapito, monaco del IV secolo, arruolato dall’imperatore Licinio, in grazia della sua forza straordinaria, e che divenne poi prete e vescovo del Monte Sinai. Una leggenda racconta ch’egli fece morire, in seguito alle sue preghiere, un enorme drago, che faceva gran danno agli uomini e agli animali. Molto probabilmente è questo il Sant’Agapito che si volle effigiare in questa moneta, rappresentandolo sotto le spoglie di San Giorgio (Vedi Chalon, Art. cit, p. 233).
  2. Promis D., Monete della zecca di Dezana. Torino, 1863, in-4, p. 25, tav. III, nn. 13 e 14.
  3. Gnecchi E., Di un cavallotto inedito di Gio. Bartolomeo Tizzone, Conte di Desana (Gazzetta Numism., 1881, anno l, n. 11, p. 54).
  4. Promis V., Monete di zecche italiane inedite o corrette. Memoria quarta. Torino, 1882, in-8, pag. 24, tav. III, n. 26.