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il denaro pavese ed il suo corso in italia 29

zione dì quel fatto, cessandone ben tosto la coniazione per proseguire quella delle specie deteriorate1.

I denari di questo secondo periodo (seguendo il detto autore) dovrebbero avere i seguenti prezzi2.

4.° I denari bruni che ebbero corso in Genova dal 1102 al II 15, ossia la moneta mediana pavese dei documenti astensi3, sarebbero la metà del pavese antico vecchio n. 2 e perciò verrebbero ragguagliati a centesimi 12.

5.° I denari bruniti correnti in Genova dal 1115 al 1139, nità dei pavesi buoni o d’argento n. 3, varrebbero centesimi 9.

6.° Il denaro nuovo pavese della moneta d’Enrico quello a cui alluderebbe, secondo il Brambilla, il documento pavese del 1129: dall’esemplare effettivo della collezione di lui, raggiungerebbe invece l’elevato prezzo di centesimi 27.

7. Il denaro pavese dell’atto di concordia fra l’imperatore Federico I ed i Piacentini dell’anno 1162, del quale manca la moneta effettiva: questo denaro sarebbe corrispondente a centesimi 5 846/1000.

8.° Infine il denaro pavese della tariffa genovese del 1172, sarebbe il più deteriorato della specie dei nuovi denari che manca, ed avrebbe dovuto valere soli centesimi 5.

I secoli XI e XII costituiscono un periodo di eccezionale interesse della moneta pavese per l’esteso

  1. Brambilla, Op. cit, pag. 239 e 240.
  2. Loco citato, pag. 235, 279 e 280.
  3. Hist. Patriae Docum. Chartarum. Tomo I, col. 753, anno 1123. 23 luglio, Asti " pro libras decepi denariorum honorum papiensium medie monete, — col. 754, anno 1123, 29 agosto, Asti "pro libras triginta octo denariorum bonorum papiensium medie monete»— col. 770, anno 1134, in maggio, Asti " libras quatuor dena.... mediane monete papie».