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di un ducato di leone x coniato a bologna

l’Altezza Sua aveva di prima giunta avvisato. E di vero non appena ebbi sott’occhio i predetti due calchi potei constatare, che i diritti dei due ducati, se non impressi col medesimo conio, erano stati però l’uno esemplato sull’altro.

E qui cade in acconcio ricercare se il tipo originale del mentovato diritto sia quello di Bologna, ovvero l’altro di Modena. Contraria la prima supposizione la qualità del lavoro di esso conio, che non risponde a quello degli altri ritratti, come sopra è detto, che presentano i giulî di Leone X, usciti dalla nostra zecca; mentre favorisce la seconda conghiettura la circostanza di essere stato il ducato modenese la prima moneta, come attesta il cronista Lancellotti1, uscita della zecca di Modena sotto il dominio della Chiesa; per cui era troppo naturale che siasi voluto in essa figurata l’effigie del nuovo Sovrano, conformemente ancora al ducato dell’Imperatore Massimiliano, al quale il Pontefice era succeduto nella signoria di Modena.

Il ducato modenese, stando alla testimonianza del predetto Lancellotti2, uscì dalla zecca di Modena il 4 giugno del 1517, essendo maestro di zecca Bersani Rafaino da Cremona, cittadino modenese3. Però osserva avvedutamente il cav. Crespellani4, che questa coniatura dovette esser fatta senza le solite disposizioni; posciachè lo zecchiere Rafaino si presentò ai Conservatori il 22 di detto mese per ottenere di essere riconfermato nel suo ufficio, affine di liberarsi dalle continue pressure, a cui non era tenuto, del Massaro dell’Arte degli orefici. Ad esso risposero ch’era loro intendimento ch’egli continuasse nel suo ufficio di zecchiere, come fu stabilito dal sig. Governatore, e facesse perciò quanto

  1. Vedi la nota seguente.
  2. "E a di 4 zugno (1517) fu principiato di batere ducati d’oro in Modena per M.* Rafaino dela Cecha con la testa di papa Leon X et è la prima volta ch’el s’è batuto moneta da poi che dita Cita è sotto el dominio della Giesa. «(Monum. di Storia patria delle Provincie modenesi tom. II, pag. 190).
  3. Di questo zecchiere dà alquante notizie il marchese G. Campori nel suo Catalogo: Gli artisti italiani e stranieri negli Stati estensi, Modena, 1835, in-8, a pag. 67.
  4. La Zecca di Modena. Modena, 1884, in-4, pag. 28.