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di un ducato di leone x coniato a bologna |
detto maestro di zecca, e solo l’ultima volta, nel documento 17[1], è nominato assaggiatore; ma non mai incisore; come è dato argomentare anche dalla riserva della somministrazione delle stampe, ch’ei fa ne’ diversi contratti coi Conservatori[2].
Da un documento però dell’Archivio Comunale di Modena, del quale avrò ad occuparmi poco appresso, rilevasi che l’incisore delle monete di Leone X, coniate a Modena, fu certo Giovanni Villanova, ignoto allo Zani[3], e pur anco al dotto e solerte investigatore marchese G. Campori, che non lo ricorda nel ricco suo Catalogo poc’anzi citato.
Passando poi ad esaminare i rovesci di entrambi i ducati, noteremo che nel bolognese è uguale a quello dell’altro coll’arme del Pontefice nel diritto, avente cioè la figura stante di prospetto di s. Pietro, antico patrono di Bologna, colle chiavi nella d. e libro chiuso nella sin., e col solito motto in giro: bononia docet, e due armette ai lati del Santo, l’una della Città, l’altra del Card. Giulio de’ Medici, Legato di essa; la quale figura legittimamente nel nostro ducato, stante la dignità e carica, che il cugino di Leone X aveva, di Cardinale Legato della città nostra. Ma non può dirsi altrettanto del ducato di Modena, dove il predetto Cardinale non aveva speciale giurisdizione; stantechè, come è noto, durante la temporanea dominazione pontificia, Modena fu sempre retta da un Governatore laico, che ne’ tempi, di cui discorriamo, era il celebre storico e statista Francesco Guicciardini. Non si saprebbe quindi giustificare pienamente la presenza dell’armetta medicea sormontata dal cappello cardinalizio, quale presenta il ducato posseduto da S. A. R. il Principe di Napoli[4], se non ricorrendo alla supposizione, che l’incisore avesse ritenuto conveniente intromettere l’arme del Cardinal
- ↑ Crespellani, Op. cit., pag. 211.
- ↑ 1501. Die xxiij Julij. Venit Magister Rafainus et obtulit se paratum erigere officinam ceche dummodo sibi provideatur de mansione et sibi provideatur de stampis primis etc. (Crespellani, Op. cit., pag. 204), e altrove: 1513. Die vij Jan, Venit M. Rafainus Magister Ceche erigende et obtulit se paratum cudere monetas.... datis sibi pridie stampis, etc. (Op. cit., pag. 207).
- ↑ Enciclopedia metodica delle belle arti, Roma, 1821. Vol. XIX, in-8.
- ↑ V. fig. 2.