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il museo bottacin 203

pilo di bronzo, opera squisita di Andrea Briosco, detto il Riccio, rinomato plasticatore padovano; il busto in terracotta del nominato doge, modellato dalla mano dell’immortale Canova; quello in gesso del pontefice Pio VII, dallo stesso; una copia, pure in gesso, della effigie del cantor dell’Inferno, opera del secolo XV, che serbasi in bronzo nel Museo Nazionale di Napoli, ed una serica bandiera militare della Veneta Repubblica.

Fra cotante preziosità riunite ne sarebbe mancata una essenzialissima, quella dei libri, elemento e scorta indispensabile d’ogni studio, ma anche a ciò seppe provvedere il previdente donatore, mediante buon novero d’opere di storia, d’archeologia e d’arte, pelle quali egli si è proposto di far foggiare apposito mobile in armonia coi ricordati, quando altra sala di maggiore capacità ne permetterà il collocamento.

Nè con ciò è ancora segnato l’ultimo confine alla generosità del benemerito cavaliere, avvegnachè egli continui senza posa ad aggiungere cose nuove al santuario di sua creazione, il quale non passa giorno, può dirsi, che non vada arricchendosi maggiormente in monete, in medaglie, in libri od altre pregevolissime cose. Egli vi ha consacrato ormai ogni suo pensiero, da quando, abbandonate le cure del commercio, fissò stabile dimora nella città antenorea. £ necessario che ciò sappia l’Italia, la quale, se ognora onorò i figli egregi che la illustrarono colle opere dell’ingegno e del valore, non mancherà di acclamare altamente suo benemerito chi, munificentemente largendole i frutti della sua colta e diligente operosità, mostrava una volta di piia come, anche all’infuori del ministero della spada, o di quella della parola, si possa diventare grandemente utili al proprio paese.

Ed ora passerò ad accennare per sommi capi quanto custodiscono quei medaglieri, dall’ordine dei quali discostandomi in parte, seguirò per le monete italiane il geografico-politico, siccome quello che meglio soddisfa alle ragioni scientifiche, per rapporto alla storia del passato, alla quale cosifatti monumenti si riferiscono.

Sorpassando le ragioni che consiglierebbero di collocare prime nell’ordine delle monete italiane quelle che portano impressi i nomi dei re e degli imperatori di stirpe ostrogota,