Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/339

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la cronologia delle monete di nerone, ecc. 325

mancipia, iumenta atque etiam mansuetae ferae, novissime naves, insulae, agri. „ Non è qui il caso di parlare del significato della parola congiarium, ma non sappiamo capire perchè non si voglia ritener questo per un congiario, quand’esso consisteva proprio nella distribuzione di generi alimentari o di tesserae, in cambio delle quali il cittadino riceveva la somma o i viveri o gli oggetti ai quali acquistava diritto. Quando tutte queste cose erano gettate in mezzo alla folla, prendevano nome di missilia, di cui si parla nel citato passo di Suetonionota.

Un altro tipo allusivo alla liberalità dell’imperatore è quello dell’Annona Augusti che congiungiamo col precedente e non facciamo salire oltre il 58.

Un altro rovescio di sesterzii, intorno al quale inutilmente il Kenner adopera tutte le sue più sottili argomentazioni per fissarne la emissione dopo l’anno 64, è quello raffigurante l’Arco di trionfo.

Nell’anno 58, dopo le vittorie di Corbulone contro gli Armeni, veniva decretata dal Senato la erezione di un arco trionfale e di statue in onore di Neronenota. Ma questo decreto non ebbe pronta esecuzione, come dice lo stesso Tacito, e l’arco fu costruito non prima del 61nota. Ma il Kenner non ascrive a quest’anno le monete con l’Arco. Egli ragiona così: la deliberazione senatoriale relativa a questo tipo

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  1. Il non essere citato questo congiario fra gli altri nel Cronografo del 354, il quale è imperfetto come nota il Marquardt, ha fatto si che non venisse preso in considerazione questo passo di Suetonio, dove la distribuzione al popolo non è chiamata col suo nome di congiarium, perciò il biografo dandone tutti i particolari credette superfluo aggiungere il nome. Questa nostra opinione, che è quella dell’Eckhel, trova favore anche per l’occasione che avrebbe suggerito a Nerone l’idea del congiario, il quale soleva distribuirsi nelle solenni occasioni come quella delle Neronie.
  2. Tac. Ann. XIII, 41.
  3. Ann. XV, 18.