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nuovo contributo alla numismatica padovana 367

le zampe anteriori1, mentre invece, siccome giustamente dimostrò l’On. Sen. Nicolò Papadopoli, è quello che fu battuto per Brescia e per la Lombardia2.

In Padova avrebbe avuto corso, per il decreto ricordato, il bagattino che, nella tav. XV inserita nella cit. op. del Papadopoli, va sotto il n. 7.

Nel dritto ha una croce in un cerchio ed all’intorno: + FRAC · FODVX, nel rovescio pure una croce in un cerchio ed all’intorno: + MARCV (tav. n. 9). Esiste di questa moneta anche una variante, che ha l’iscrizione così concepita: nel dritto: + FRA · FO · DVX, nel rovescio: + MARCVS.

Senonchè la grande copia di bagattini, che erano stati emessi e le numerose falsificazioni che se ne erano fatte, aveano generato, in ispecie nella nostra città, una perniciosa confusione. Il senato veneto costretto per ciò a provvedere, con una terminazione del 21 giugno 14463 ordina la coniazione di piccoli o denari di nuovo tipo, in sostituzione dei precedenti ed obbliga i possessori delle monete, dichiarate fuori corso, a presentarle agli ufficiali della zecca.

Sebbene non sia espresso nel documento, è facile intendere, come dice il Papadopoli4, che si tratta della sostituzione di quei piccoli scodellati, che si coniavano per Venezia e che aveano corso nel dogato e nei territori vicini di Padova e Treviso.

I nuovi piccoli hanno nel dritto: una croce patente in un cerchio; all’intorno · FRA · FO · DVX ·, nel rovescio: un leone nimbato, senza ali, rampante a sinistra; nel campo: S ·· M (tav. n. 10).


  1. Vincenzo Lazari, Le monete dei Possedimenti Veneziani di Oltremare e di Terraferma. Venezia, 1851, pag. 136-137.
  2. Nicolò Papadopoli, Le Monete di Venezia, (dalle Origini a Cristoforo Moro). Venezia, 1893, pag. 260.
  3. Documento III.
  4. Nicolò Papadopoli, Op. cit., pag. 263.