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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/481

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CAPITOLO II.


La zecca nei periodi di Giovanni I Bentivoglio, dei Visconti, dei papi, di Sante Bentivoglio — Giovanni II Bentivoglio — Locazioni della zecca — L'incisore dei conii Antonio Magnani — La battitura del 1476 — Il corso delle monete a Bologna nel sec. XV — Il pri- vilegio dell'imperatore Massimiliano a Gio. II di coniar moneta — Le zecche bentivolesche di Covo e Antignate — Falsificatori e tosatori di monete nel sec. XV.


Il secolo XV è il più interessante per la nostra illustrazione, sia per l’abbondanza delle notizie documentate, che per il fatto di essere il secolo aureo per la numismatica, come per gli altri rami dell’arte italiana.

Nel 1401, ai 27 di febbraio, Giovanni I Bentivoglio, appoggiato dai suoi, dopo un combattimento in piazza, aveva occupato il palazzo della Signoria di Bologna e si era fatto nominare magnifico e potente signore. Il periodo che seguì fu tra i più tristi della storia cittadina: Bologna, divisa in Scacchesi e Maltraversi, non tollerò il nuovo giogo da cui la liberò, dopo un solo anno di signoria, l’esercito di Giangaleazzo Visconti: questi ricuperò così la città tolta già alla sua casa dal cardinale Albornoz. Giovanni perdette, col potere, la vita, nella battaglia di Casalecchio.

Del breve periodo del primo Bentivoglio, si conosce un rarissimo bolognino d’oro e un denaro, mentre l’officina era affittata a un Antonio da Montone.

Da un registro per le estrazioni delle monete, del 1401 e seguenti, rileviamo che di quei bolognini d’oro ne andavano 102 per ogni libbra di peso, secondo la lega bolognese, e di quelli d’argento ne andavano da prima lire 14 e soldi 9 per ogni libbra