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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/62

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58 luigi frati

non lo ricambia l’Urbinate in detta lettera; della quale piacemi riferire le ultime parole, porgendomi esse argomento ad un’osservazione in conferma del mio assunto. " Fatevi animo, gli scrive Raffaello, valetevi della vostra solita prudenza, et assicuratevi che sento le vostre afflizioni come mie proprie. Seguite ad amarmi come io vi amo di tutto cuore „. Dove non credo arrischiata la supposizione che il Sanzio lo conforti a tollerare le dispiacenze derivategli dalla perdita del suo mecenate e conseguentemente dal mutato ordine di cose e per parte dei nuovi Signori; di che rende indubitata testimonianza anche il ricordato squitinio per la sua elezione a coniatore della Zecca; nella quale circostanza sei dei nuovi reggitori, messa in non cale la molta valentia del Francia, non seppero tenersi dal manifestargli nell’urna la loro avversione per la passata divozione al Bentivoglio.

Appresso le addotte testimonianze contemporanee riesce non poco spiacente che patrii scrittori, giurando ciecamente sulla fede del biografo aretino, gli rinfaccino " di non aver avuto rossore di lavorare nella Zecca a contumelia del Bentivoglio, di colui che solo valse a farlo grande, che gli allogò lavori di cesello, e niello, di dipintura a gran numero, che gli fu protettor munifico, e del quale esistono pur anche i frutti della protezione principesca, onde volle favorirlo. Per certo Michelangelo non avrebbe operato così „1. Con parole meno dure ricorda questo fatto altro scrittore2, il quale anzi, per attenuarne la sinistra impres-

  1. Muzzi, Ann. di Bologna, T. V., pag. 510.
  2. Giordani Gaet., nell’Almanacco statist. bolog. Anno XII, pag. 274. " Queste monete erano opera di conio del famoso Francesco Francia, orefice, niellatore e pittore di Bologna; il quale sebbene fosse famigliare dello scacciato ed infelice Bentivoglio, e ben d’onde avesse per compiangere la disgraziata sorte di un Signore, che tanto lo avea amato e beneficato e tenuto in pregio per varie opere d’arti a commissione di lui condotte, nondimeno il Francia, saggio qual egli era, seppe prudentemente nascondere suo cordoglio, e sofferse anco di formare i conii. per la nuova moneta (essendo egli mastro o capo della Zecca bolognese) „. Non sappiamo per verità donde il Giordani abbia tratto quest’ultima notizia, che il Francia fosse a capo della Zecca, la quale anzi è recisamente contraddetta dalle parole dall’allegata deliberazione del Senato.